La passata stagione, del Colon di Buenos Aires, diede, al celebre tenore, trionfi immensi. Nessun’artista meritò, dopo sole due rappresentazioni, - per unanime consentimento del pubblico e dell’impresa - l’onore di essere riconfermato, per la stagione 1919, che quest’anno - come è noto si svolgerà al teatro Coliseo. Questo fatto - che crediamo sia unico in arte - prova, luminosamente tutto l’entusiasmo suscitato da cav. Pertile, che anche nella nuova stagione saprà, vittoriosamente, riconfermare. Intanto, ci piace riassumere, brevemente, i suoi passati trionfi al Colon di Buenos Aires, riproducendo - su questa pagina - una parte assai minima degli articoli che la stampa politica dedicò al cav. Pertile, su ogni sua rappresentazione. Scorrendo, appena, gli splendidi giudizi dei critici, i lettori troveranno le narrazioni dei fanatismi destati nei Pagliacci. A questo proposito , L’Italia del Popoloscriveva: “L’ultimo Canio che aveva pianto il suo dolore sulle scene del Colon, era stato Caruso” indi aggiungeva: “Ebbene, iersera, ci siamo entusiasmati egualmente ascoltando il giovane tenore Pertile. Nell’arioso e nella bellissima scena del secondo atto - resa con una forza drammatica e una passione ammirevoli - Pertile ci ha fatto fremere. “ Altro suo successo grandissimo fu l’ Aida, data in una indimenticabile serata, a beneficio della Croce Rossa, presente il nostro ambasciatore Cobianchi, e tutte le autorità diplomatiche e consolari. Per questo avvenimento, un critico notava “Quest’ Aida fino al momento attuale della stagione, è riuscita il più imponente, il migliore degli spettacoli. “ Un trionfo nuovissimo lo conseguì nella Carmen, che rinnovò nel Ballo in Maschera, per assurgere a vera potenza d’interprete e di musicista, eseguendo Jacquerie, la nuova opera del maestro Marinuzzi, poi la Luisa di Charpentier, indi Tucman, l’opera del maestro argentino Boero, che cantò stupendamente. Dei trionfi di Buenos Aires, Aureliano Pertile passò a raccogliere quelli, non meno grandi, di Montevideo e di San Paulo. Tornato in Italia, lo aspettavano nuovi trionfi. A Milano, in una serata di entusiasmo memorabile - quella in onore a Wilson - Aureliano Pertile, raccolse nuovi applausi, da quel pubblico, che lo ricordava sulle scene, sotto le spoglie di Radames. Ora, al Sociale di Brescia, desta entusiasmi grandissimi nellaManon di Puccini. La Provincia di Brescia così parla del suo successo: “Sul tenore Aureliano Pertile, naturalmente era concentrata la maggiore aspettativa, ricordando del resto tutti la sua fulgida carriera - la quale anche in Brescia ebbe luminosi punti - e che ultimamente culminò al Colon dove egli fu il vero fulcro di quella grande stagione; e il Pertile corrispose largamente, riuscendo sin dalla sua entrata, cantata con tanto garbo ed accortezza, a mettere in evidenza quelle doti preziose che fanno di lui uno dei tenori più meritatamente celebrati oggigiorno, giacchè la bellezza dei mezzi vocali - in cui limpidezza e vigorosità di timbro si aggiungono a folgore di acuti - è da lui messa in risalto con un talento interpretativo di prim’ordine e un’arte rara di cantante. Egli è stato quindi acclamato con fervore per tutta la rappresentazione “. Dopo la stagione di Brescia, il celebre tenore Pertile passerà al Chiarella di Torino, per straordinarie di Fedora; poi - vivamente atteso - andrà al Politeama Genovese, per rappresentazioni di Carmen. In quaresima, lo vedremo a Verona, in una stagione D’Annunziana , interprete della Francesca da Rimini.
Tratto dalla Rivista Teatrale Melodrammatica del 30 gennaio 1919