Nato a Albalate de Cinca l'1 dicembre 1897
Morto a La Coruña il 30 maggio 1938
Atto di Nascita del Tenore Miguel Fleta. L'iscrizione all'anagrafe è stata sottoscritta il giorno 2 dicembre 1897, mentre la nascita è avvenuta il giorno 1 dicembre 1897 alle ore 11 di sera.
Fonte: Vida, obra y persona de Miguel Fleta, Zaragoza, Diputación General de Aragón, Departamento de Educación y Cultura, 1998, p. 15. Del Prof. Fernando Solsona.
Figlio di Vicente Burro Gayan e Maria Fleta Esparraguerri, prende i due cognomi e sarà battezzato: Miguel Burro Fleta.
Nel 1927 con autorizzazione del Ministero di Grazia e Giustizia si toglierà ufficialmente il cognome del padre, Burro, che in spagnolo significa asino.
Viene scoperto da Miguel Asso (divo delle tradizionali jotas spagnole) che diventa anche il suo primo maestro.
Nel 1918 Fleta si trasferisce dal fratello a Barcellona per studiare nel Conservatorio del Liceo. È inserito nella classe di canto femminile diretta da Luisa
Pierre, soprano belga in arte Pierrik (sebbene lei fosse sposata, tra i due nascerà anche una travolgente storia amorosa.)
Nel 1919 lei aspetta un bambino e i due si trasferiscono a Milano. Le conoscenze di Luisa aiutano il tenore nella carriera, è cosi che Antonio Quaranta,
responsabile del Verdi di Trieste, lo scritturerà per il suo teatro.
Il 14 dicembre 1919 Fleta debutta nel ruolo di Paolo il bello in Francesca da Rimini diretto dall’autore, con il soprano
Tilde Milanesi nel ruolo di Francesca e il baritono Carmelo Maugeri in quello di Gianciotto.
Il critico musicale del quotidiano di Trieste "Il Piccolo", farà nell'occasione, una recensione non esaltante ma sincera sulla prestazione del tenore spagnolo:
"Il giovane tenore spagnolo Miguel Fleta, possiede una voce di bel timbro terso e brillante, vigorosa, estesa e di facile emissione, ma nulla più. Né il suo canto, improntato ad una scolasticità di esordiente né i suoi atteggiamenti, poco vari e poco plastici, sanno sempre conciliare le molteplici esigenze della parte di Paolo il bello. Comunque, il giovane artista, pur non essendo una affermazione, ma solo una promessa, nelle sere successive, liberato dal panico del debutto, e più fiducioso dei suoi mezzi vocali e della sua bella figura, saprà fare assai meglio".
Il 24 gennaio 1920 è Radamès in Aida a fianco di Ernestina Poli-Randaccio e questa volta "Il Piccolo" lo elogia senza riserve:
"Una vera rivelazione il tenore Miguel Fleta, per quanto i suoi rari pregi vocali si fossero già palesati, almeno in parte, nella "Francesca"; ma qui, nella faticosa e scabrosa parte di Radames, il giovane artista poté affermarsi quale cantante di grande avvenire. La sua voce è vigorosa, dolce e vibrante; si presta, docile e pronta, ad ogni più difficile salto di “intervalli”, alla espressioni più delicate, agli scatti di forza e di drammaticità più immensi: essa non conosce confini, da che tutta la gamma è uguale e le note di passaggio, i difficili “fa” e “fa diesis” del tenore sono affrontati e sorpassati su un piano o su un forte con una facilità e una freschezza veramente sorprendenti".
Il 9 febbraio diventa padre del primo figlio che porterà il suo stesso nome "Miguel".
In aprile canta alla Volksopera di Vienna in Aida, Mefistofele e una trionfale Tosca. Questo successo lo porta in seguito a Budapest, Praga, Montecarlo, Roma, Palermo, Napoli.
Nell'ottobre del 1921 canta con grande successo in Carmen al Teatro La Fenice di Venezia.
Con lo stesso titolo tornerà in Spagna, a Madrid, il 7 marzo 1922.
Trascorre un periodo in Sud America cantando tra l’altro in Rigoletto, Giulietta e Romeo, Carmen.
Tra il 1920 e il 1928 canta al Teatro Costanzi di Roma in Carmen (Don José) - Aida (Radamès) - Giulietta e Romeo di R. Zandonai (Romeo) entrambi a fianco del soprano Gilda dalla Rizza - Tosca (Mario Cavaradossi) - Lucia di Lammermoor (Edgardo).
L’8 novembre 1923 salutato come novello Caruso debutta al Metropolitan di New York in Tosca a fianco di Maria Jeritza. Per questo teatro canterà fino al 28 gennaio 1925 (Il duca di Mantova in Rigoletto) e in altri ruoli come: Fritz, Radames, Canio, Don José, Rodolfo, Hoffmann, Andrea Chénier.
Il 13 febbraio 1924 debutta al Teatro alla Scala di Milano nel ruolo del Duca in Rigoletto con Mercedes Capsir (Gilda) e Carlo Galeffi (Rigoletto), direttore Arturo Toscanini. Poi al 23 febbraio canta in Carmen (Don José) con la direzione di Vittorio Gui e Gabriella Besanzoni nel ruolo del titolo.
Nello stesso anno diventa padre per la seconda volta.
L’8 novembre 1923 salutato come novello Caruso debutta al Metropolitan di New York in Tosca a fianco di Maria Jeritza e Antonio Scotti.
Canterà per questo teatro fino al 1925, in 37 recite di nove produzioni: Tosca; Rigoletto; L'amico Fritz; Aida; Pagliacci; Carmen; La bohème; Les Contes d'Hoffmann; Andrea Chénier.
Il 13 febbraio 1924 debutta al Teatro alla Scala di Milano nel ruolo del Duca in Rigoletto con Mercedes Capsir (Gilda) e Carlo Galeffi (Rigoletto), direttore Arturo Toscanini. Poi al 23 febbraio canta in Carmen (Don José) con la direzione di Vittorio Gui e Gabriella Besanzoni nel ruolo del titolo.
Vi ritorna il 25 aprile 1925 come interprete del Principe ignoto (Calaf), nella prima assoluta di Turandot, ultima opera incompiuta di Giacomo Puccini. Sarà questa anche la sua ultima apparizione nel massimo teatro milanese.
Nel luglio del 1925 canta davanti a venticinquemila spettatori nella Plaza de Toros a Valencia.
Il 20 aprile 1927 sposa a Salamanca nella chiesa di San Esteban una giovane ammiratrice, Carmen Mirat, dalla quale avrà quattro figli.
Purtroppo nel volgere di un paio d’anni la voce di questo splendido tenore, forse troppo generoso e troppo “indisciplinato” declinerà fatalmente e per sempre.
In diciassette anni di carriera canta in 25 opere, ma soprattutto in Carmen, Tosca, Rigoletto e Aida.
Tra il 1928 e il 1930 diventa ancora padre di due figlie. Partecipa a un tour in Oriente e in Sud america, si trascina tristemente in vari teatri senza mai
ritornare ai successi di un tempo fino al 1937, dove a Roma, partecipa ad un concerto alla presenza di Benito Mussolini.
Ormai quasi in miseria avvilito e stremato, muore il 29 maggio 1938, a La Coruña, a soli quarant'anni.
Voce vigorosa, calda, sensuale, estesa, capace di entusiasmanti “filature” con le quali deliziava il suo pubblico, fu purtroppo spesa soltanto nello spazio di pochi
anni, fortunatamente alcune buone registrazioni la riportano ancor oggi in vita più splendida che mai.
REPERTORIO OPERA
Opera e numero delle recite
AIDA - Verdi - 175 ANDREA CHÉNIER - Giordano - 20
CARMEN - Bizet - 276
FLOR DE NIEVE - Gaito - 1
FRANCESCA DA RIMINI - Zandonai - 20
I COMPAGNACCI - Riccitelli - 10
GIULIETTA E ROMEO - Zandonai - 31
IL GUARANY - Gomes - 6
L'AMICO FRITZ - Mascagni - 6
L'AFRICANA - Meyerbeer - 15
LA BOHÈME - Puccini - 40
LA FAVORITA - Donizetti - 25
LA SONNAMBULA - Bellini - 6
LOHENGRIN - Wagner - 9
I RACCONTI D'HOFFMANN - Offenbach - 5
LUCIA DI LAMMERMOOR - Donizetti - 3
MANON - Massenet - 34
MEFISTOFELE - Boito - 18
PAGLIACCI - Leoncavallo - 20
TOSCA - Puccini - 260
RIGOLETTO - Verdi - 140
TURANDOT - Puccini - 3
REPERTORIO ZARZUELA
Zarzuela e numero delle recite
LA DOLORES - Breton - 15
MARINA - Arrieta - 30
EL CASERÍO - Guridi - 11
EL DÚO DE LA AFRICANA - Caballero - 20
DOÑA FRANCISQUITA - Vives - 31
LUISA FERNANDA - Moreno Torroba - 27
MARÍA LA TEMPRANITA - Moreno Torroba - 6
LA DOLOROSA - Serrano - 21
Miguel Fleta lascia una vasta documentazione discografica di arie d'opera, canzoni e zarzuela, riversate in sei CD dalla casa discografica spagnola "Aria Recording s.l." nel 1998 - (vedi sezione discografia).
Nota:
Il repertorio è tratto da volume: FLETA MEMORIAS DE UNA VOZ
di Alfonso Carlos Sáiz Valdivieso, Pagine 329/330. Madrid 1986.
© Pietro Sandro Beato 2013