Nato a Bassano del Grappa il 24 ottobre 1913
Morto a Roma il 5 marzo 1984
Frequenta la facoltà di giurisprudenza all'Università di Padova.
Tuttavia essendo dotato di una bella voce baritonale, appena diciottenne, pur in ristrettezze economiche. A causa della grave crisi finanziaria che colpì l’Europa in quegli anni, l’azienda della famiglia Gobbi aveva subito un grave rovescio economico. Tito parte ugualmente alla volta di Roma per studiare canto con il tenore Giulio Crimi (1885-1939) che accetta l’incarico per la durata di tre mesi, ma con riserva, essendo l’allievo troppo giovane.
Il padre che lo aveva accompagnato a Roma, riparte lasciandogli una piccola somma, che gli possa permettere di vivere modestamente e pagarsi le lezioni. Passati i tre mesi, Crimi decide di continuare le lezioni con il ragazzo, contrariamente, il padre lo richiama a casa non avendo più la possibilità economica di inviargli i soldi per il suo mantenimento a Roma.
Tito però non desiste, resta a Roma, riuscendo a mantenersi nei limiti del bisogno, anche grazie alla vendita di piccoli quadri da lui stesso dipinti, comunque non gli resta ugualmente denaro sufficiente per pagare le lezioni a Giulio Crimi. La generosità del tenore fece sì che Tito potesse continuare a studiare, informandolo che poteva pagarlo quando sarebbe stato in grado di guadagnare, ma non solo, lo ospitò in casa sua per alcuni mesi, sino a quando la famiglia Gobbi iniziò a sistemarsi economicamente.
Con Crimi Tito Gobbi studiò per cinque anni. Quando il baritono iniziò a guadagnare sufficientemente, decise di saldare il suo debito con il maestro, il quale rifiutò nettamente dicendogli che per lui, Tito era come un figlio.
Nel 1935 Tito debutta a Gubbio con una compagnia di giovani, in un ruolo nella corda di basso, il conte Rodolfo nella Sonnambula di Vincenzo Bellini, il successo non fu soddisfacente e il maestro Crimi gli consigliò di continuare a studiare.
Nel frattempo aveva conosciuto Matilde De Rensis, figlia del musicologo Raffaello, sua accompagnatrice al pianoforte e futura moglie. Da lei fu introdotto nell'ambiente musicale romano, in un’occasione fu presentato al direttore d'orchestra Gino Marinuzzi che intuendo le capacità del ragazzo lo consigliò di recarsi a Milano.
Resta alla Scala per alcuni mesi con una specie di borsa di studio di mille lire al mese, avendo l’obbligo di studiare con i maestri preparatori e di seguire tutte le prove e gli spettacoli del grande teatro milanese, avrà anche l’occasione di partecipare in due piccolissime parti da comprimario.
In seguito gira in film “I condottieri” che gli permette di rimpinguare le finanze, tanto da decidere di sposarsi.
Il 10 aprile 1937 con Giulio Crimi e il Maestro Wolf-Ferrari come testimoni, Tito e Matilde si sposarono. Dal matrimonio nasce un'unica figlia, Cecilia, che ora in memoria del padre, si occupa dell'"Associazione Tito Gobbi”
Tito debutta ufficialmente nel giugno del 1937 al Teatro Adriano di Roma in La traviata (Giorgio Germont) con Jolanda Cirillo, Giovanni Voyer e la direzione del maestro Antonino Votto.
Su richiesta del maestro Tullio Serafin si reca a Roma, dove tra il 1937 e il 1939, farà parte della grande compagnia di quel teatro.
Fa il suo debutto al Teatro Reale dell’Opera nel ruolo di Lelio in Le donne curiose di Wolf-Ferrari sostituendo l’indisposto baritono Giuseppe Manacchini e con la direzione del maestro Oliviero De Fabritiis.
Nei suoi anni “romani” Tito Gobbi imparerà molti ruoli e prenderà sempre più confidenza con le tavole del palcoscenico.
Nel 1938 debutta il ruolo di Marcello in La bohème di Puccini a fianco di Beniamino Gigli e Licia Albanese, direttore Oliviero De Fabritiis, cui fece seguito L'Arlesiana, con Tito Schipa e Gianna Pederzini.
Nell'estate seguente canta alle Terme di Caracalla il ruolo dell’Araldo nel Lohengrin, e nell'inverno: Gunther in Il crepuscolo degli dei, Melot in Tristano e Isotta diretto da Victor De Sabata, e il guardiano notturno in I maestri cantori di Norimberga con la direzione di Tullio Serafin.
In mezzo a questa maratona wagneriana avrà inoltre l’occasione di cantare tra l’altro, anche il ruolo di Ping in Turandot, Sharpless in Madama Butterfly, e il padre in Hänsel e Gretel.
In questo periodo Tito è colpito da una tremenda disgrazia, il fratello Bruno, muore in un incidente aereo nei pressi di Malaga.
Pochi giorni dopo, nell'ottobre del 1939, muore anche l’amato maestro Giulio Crimi, colpito per strada da un attacco cardiaco.
Nella sua carriera, al Teatro dell’Opera di Roma, Gobbi, canterà per una trentina di stagioni in circa 400 recite. Citerò di seguito alcune tra le più importanti: première di Monte Ivnòr di Lodovico Rocca (Terpulòv), diretto da Tullio Serafin con Ines Adami-Corradetti; Tosca (Scarpia) e La traviata (Germont) con Beniamino Gigli e Maria Caniglia, Il barbiere di Siviglia (Figaro); Pagliacci (Tonio), Salomè (Jokanaan); Guglielmo Tell; Macbeth; Nabucco; Falstaff, Simon Boccanegra; Aida (Amonasro); Don Carlo (Rodrigo); Un ballo in maschera (Renato); Carmen (Escamillo) con Gabriella Besanzoni. Nel 1942, canta nella prima italiana di Wozzeck (di cui parleremo più avanti), ruolo che riprenderà anche a Napoli e alla Scala.
Nel 1940 Gobbi affronta per la prima volta il ruolo del barone Scarpia al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti.
Nell'aprile del 1941, in ottemperanza del programma di scambi culturali tra “l’asse” Roma - Berlino, partecipa con la compagnia del Teatro del Teatro Reale dell’Opera di Roma ad una tournée a Berlino, apparendo nel ruolo di Ford in Falstaff di Verdi a fianco di Mariano Stabile e Maria Caniglia.
Ritorna a Roma, il Teatro Reale, su richiesta del maestro Tullio Serafin gli assegna tre ruoli importanti: Rodrigo, il marchese di Posa (Don Carlo); Renato (Un ballo in maschera) e Simon Boccanegra, ruoli che portarono a Tito un notevole successo. Tullio Serafin vedendolo troppo entusiasta e temendo che il successo gli montasse la testa, ebbe a dargli dei salutari consigli (cito dalle memorie del baritono). “Non creda di essere arrivato perché ha cantato in tre mesi tre tra i maggiori ruoli di Verdi. Il buon cantante, che sia soddisfatto di sé, rimane un buon cantante, ma non diventa un grande. Tutti noi dobbiamo, di tanto in tanto, guardarsi indietro per riesaminare e rafforzare le nostre basi”.
Ancora nel 1941 (dicembre) canta il ruolo di Tonio in Pagliacci al Teatro Massimo di Palermo.
Nell'aprile del 1942, debutta “ufficialmente” al Teatro alla Scala di Milano, Belcore in L’elisir d’amore con Tito Schipa, Mariano Stabile e la direzione di Gino Marinuzzi.
Nell’estate incide a Milano i suoi primi dischi per “La Voce del Padrone”.
Nello stesso anno si esibisce ancora a Roma in Cecilia di Licinio Refice (Tiburzio, febbraio); Cassandra di Vittorio Gnecchi (Egisto, marzo), oltre che in Pagliacci e La vestale di Gaspare Spontini.
Il 3 novembre 1942 affronta il ruolo di Wozzeck nell'omonima opera di Alban Berg, nella prima italiana, con la direzione di Tullio Serafin, ottenendo un grandissimo successo; la critica, in quell'occasione, sottolineò le sue particolari doti di interprete in un ruolo tanto impegnativo in cui emerse anche la sua grande personalità di attore.
Il 26 dicembre 1942 inaugura la stagione scaligera con il ruolo di Ford in Falstaff con la direzione di Victor De Sabata e Mariano Stabile nel ruolo del titolo.
Tra il 1944 e il 1946 canta spesso al Teatro San Carlo di Napoli in Tosca (Scarpia); La bohème (Marcello); Il barbiere di Siviglia (Figaro); Pagliacci (Tonio); Un ballo in maschera (Renato); Adriana Lecouvreur (Michonnet); L’amico Fritz (David); Andrea Chénier (Gérard) e nel marzo del 1945 debutta il ruolo di Jago (Otello), ruolo che lo renderà famoso in tutto il mondo.
Nel 1947 è Mefistofele in La dannazione di Faust di Berlioz al Teatro alla Scala con la direzione di Tullio Serafin.
Nello stesso anno con una compagnia italiana guidata dal maestro Antonio Guarnieri compare per la prima volta all'estero, dove al Teatro reale di Stoccolma interpreta i ruoli di Scarpia e Rigoletto. Alla prima di Rigoletto era presente il re di Svezia, il quale personalmente chiese il bis della stretta finale del terzo atto, subito seguito dall'acclamante pubblico svedese, bis concesso con malavoglia dal maestro Guarnieri. Alla fine dell’opera con il pubblico tutto in piedi, si alzarono alte le grida di “Viva l’Italia”. Alla fine della stagione in Svezia la compagnia dette un concerto in un parco di Stoccolma, con Mario Del Monaco, Mafalda Favero e Cesare Siepi, Tito Gobbi cantò per la prima volta davanti ad un pubblico di ventimila persone estremamente entusiasta.
Nel gennaio del 1948 si trova a Londra (Albert Hall) e poi in Scozia a Leeds nell’Yorkshire, per un “giro” di concerti. Poi ancora alla Scala come Jochanaan in Salomè di Richard Strauss.
Nel 1948 attraversa per la prima volta l’Atlantico fino a New York per poi recarsi a San Francisco, dove il 2 ottobre a fianco di Giuseppe Valdengo, Salvatore Baccaloni e Italo Tajo, debutta negli U.S.A. in Il barbiere di Siviglia (Figaro), seguito da La bohème (Marcello) con Licia Albanese/Bidú Sayão e Jussi Björling/Jan Peerce, per finire con L’elisir d’amore (Belcore) con Bidú Sayão, Ferruccio Tagliavini e Salvatore Baccaloni. Tornerà a San Francisco nel 1960 esibendosi in Fanciulla del West, Simon Boccanegra e Tosca, con Dorothy Kirsten quali Minnie e Tosca. Poi ancora nel 1962 (Otello, e Tosca a Los Angeles) e infine nel 1964 Gianni Schicchi, Nabucco e ancora Otello.
Nel 1949 è in Egitto, al Cairo, in Rigoletto Barbiere di Siviglia e Pagliacci, poi a Malta per una serie di concerti accompagnato al pianoforte dalla moglie Tilde.
Nel 1950 debutta al Festival di Salisburgo nel ruolo di Don Giovanni con la direzione di Wilhelm Furtwängler, e a fianco della migliore compagnia di canto che si potesse mettere assieme in quel periodo: Erich Kunz (Leporello), Elisabeth Schwarzkopf (Donna Elvira), Ljuba Welitsch (Donn’Anna), Anton Dermota (Don Ottavio) Irmgard Seefried (Zerlina) e Josef Greindl (Il Commendatore), fortunatamente di questa edizione ci rimane una testimonianza in CD pubblicata nel 1997 dalla EMI.
Nello stesso anno compie una tournée in Inghilterra con il Teatro alla Scala, dove partecipa alle recite di L’elisir d’amore (Belcore) e Falstaff (Ford).
Tornato a Roma, riceve dal maestro Tullio Serafin la richiesta di debuttare il ruolo del titolo in Falstaff. Alla richiesta del maestro Gobbi chiede preoccupato: “Maestro lei pensa che sia pronto per affrontare questo ruolo?” il maestro rispose secco: “Sì è pronto!”. Da quello che ci riferisce Tito Gobbi nelle sue memorie, il maestro Serafin gli insegnò la parte mentre Gobbi guidava la macchina, nei loro spostamenti tra Roma e Napoli, città dove erano impegnati contemporaneamente.
Tito Gobbi debutta nel ruolo di Falstaff al Teatro Comunale di Firenze il 18 gennaio 1951, con Maria Minetto (Alice), Mario Borriello (Ford), Cloe Elmo (Quickly), Charles Platte (Fenton), direttore Tullio Serafin.
Durante una recita di Un ballo in maschera in Calabria, un praticabile stravecchio crollò in palcoscenico e Gobbi si ruppe una gamba, tale incidente tuttavia non compromise il programmato Tour in Sud Africa con Beniamino Gigli che Gobbi affrontò con le stampelle. Partirono in aereo per Johannesburg il 27 marzo, con Gobbi viaggiavano, Beniamino Gigli (terrorizzato dal viaggio in aereo), la figlia di Gigli, Rina, il soprano Gigliola Frazzoni e l’impresario Alex Cherniavsky.
Il 5 giugno 1952 torna al Teatro alla Scala per un memorabile Wozzeck diretto da Dimitri Mitropoulos, con Mirto Picchi nel ruolo del Tamburmaggiore.
Periodo questo molto importante per Tito Gobbi, il suo repertorio si arricchisce di nuovi importanti personaggi che gli permetteranno di mettere in luce la sua grande versatilità di cantante-attore. Michele (Il Tabarro) Opera di Roma 1955 e Scala di Milano 1962; Jack Rance (La fanciulla del West) Scala 1956 /1957. Scarpia (Tosca) 1953, Nabucco (Ruolo del titolo) 1954, Jago (Otello) e Falstaff 1955 Comunale di Firenze.
Nel 1956 debutta il ruolo di Macbeth al Teatro dell’Opera di Roma.
Il 6 novembre 1954 debutta in quello che sarà uno dei Teatri dove più si esibirà cogliendo grandi successi, il Lyric di Chicago.
Ritengo importante riportare di seguito tutto quello che ha prodotto in questo teatro (salvo involontari errori). Vi debutta con Figaro in Il barbiere di Siviglia con Giulietta Simionato e Léopold Simoneau, seguiranno La traviata (Germont) con Maria Callas e ancora Simoneau, Tosca (Scarpia) con Giuseppe Di Stefano e Eleanor Steber.
1955: Aida (Amonasro) con Renata Tebaldi, Astrid Varnay e Doro Antonioli: La Bohème (Marcello) con Giuseppe Di Stefano e Renata Tebaldi; Rigoletto con Jussi Björling e Teresa Stich-Randall; Il Tabarro (Michele) con Carlo Bergonzi e Gertrude Ribla; Un ballo in maschera (Renato) con Anita Cerquetti che debuttava il ruolo e Jussi Björling.
1956: La fanciulla del West (Jack Rance) con Mario Del Monaco e Eleanor Steber direttore Mitropoulos; Andrea Chénier (Gérard) ancora con la Steber e Del Monaco; Tosca con Renata Tebaldi e Björling.
1957: Otello con Del Monaco e Tebaldi, direttore Serafin; Pagliacci (Tonio) con Del Monaco; Andrea Chénier con Del Monaco e Tebaldi; Nozze di Figaro (Conte) con Eleanor Steber, Simionato e Anna Moffo; Adriana Lecouvreur (Michonnet) con Renata Tebaldi e Di Stefano; Tosca con Eleanor Steber; Don Carlo (Posa) con Boris Christoff, Jussi Björling e Anita Cerquetti, direttore Georg Solti.
Per brevità elencherò ora le altre produzioni senza citare i co-interpreti.
1958: Falstaff (Ruolo del titolo), Gianni Schicchi (Ruolo del titolo); Pagliacci; Barbiere di Siviglia; Rigoletto; Aida.
1959: Simon Boccanegra (Ruolo del titolo); Un ballo in maschera.
1960: Don Carlo; Tosca; Fedora (De Siriex); Simon Boccanegra.
1962: Tosca; Nozze di Figaro.
1963: Nabucco (Ruolo del titolo); Otello.
1964: Don Carlo; Tosca.
1965: Simon Boccanegra (Ruolo del Titolo e regia).
1966: Otello (Jago e regia).
1968: Falstaff (Ruolo del titolo e regia).
1969: Don Giovanni (Ruolo del titolo e regia).
1970: Gianni Schicchi (Ruolo del titolo e regia);
1971: Tosca (Scarpia e regia).
Continuerà la collaborazione con questo teatro con altre regie.
Il 13 gennaio 1956 debutta al Teatro Metropolitan di New York come Scarpia a fianco di Zinka Milanov e Giuseppe Di Stefano e con la direzione di Dimitri Mitropoulos. Tito Gobbi vi canterà in varie produzioni di Tosca, Falstaff, Otello, Rigoletto, per un totale di 45 recite, si produrrà inoltre anche in una regia di Tosca (a Boston) nel 1986.
Nel 1957 canta in Falstaff con direzione e regia di Herbert von Karajan alla Scala di Milano, dove vi ritornerà frequentemente fino al 1974.
Il 15 settembre 1957 debutta alla Staatsoper di Vienna nel ruolo di Falstaff e riproporrà l’anno dopo, nel 1958 è Jago e Scarpia ruoli che ripeterà nel 1962 e 1964, poi nel 1959 e 1962, Amonasro in Aida.
Nel 1958 è la volta del famoso secondo atto della Tosca parigina con Maria Callas rimasto fortunatamente immortalato da una ripresa televisiva. Con Maria Callas si esibirà più volte in quest’opera, che a fianco anche di altre grandi interpreti, porterà con grande successo nei maggiori teatri internazionali.
Nel 1960 canta in un luogo straordinario di Venezia, il Cortile del Palazzo Ducale, il ruolo è Jago in Otello di Giuseppe Verdi a fianco di Mario Del Monaco e Marcella Pobbe, ruolo che riprenderà, sempre nello stesso luogo anche negli anni 1962 (ancora con la Pobbe, e nel ruolo del Moro i tenori Dimitr Usunov e Ugo Benelli); nel 1965 con Usunov e Rita Orlandi Malaspina; infine nel 1966 ancora con Del Monaco (poi Pier Miranda Ferraro) e Rita Orlandi Malaspina. A Venezia avrà occasione di cantare anche al Teatro La Fenice in La bohème (Marcello) con Mafalda Favero 1941; Madama Butterfly (Sharpless) con Mafalda Favero 1942; Un ballo in maschera (Renato) con Mario Del Monaco 1948; Falstaff (1961), Guglielmo Tell (1962), Tosca (Scarpia e Regia) 1971.
Canta con frequenza al Teatro alla Scala. Lo ricorderemo nelle sue presenze più importanti: un memorabile Barbiere di Siviglia accanto a Maria Callas e poi a Victoria de Los Angeles con la direzione di Carlo Maria Giulini (1956); in Falstaff nel marzo 1957 con direzione e regia di Herbert von Karajan; Gianni Schicchi (aprile 1959); Tosca con Renata Tebaldi e Giuseppe Di Stefano (dicembre 1959), e Don Carlo di Verdi con Boris Christoff (dicembre 1960).
Il 9 maggio 1958, al Covent Garden di Londra, partecipa a un'altra memorabile produzione di Don Carlo con la direzione di Carlo Maria Giulini, la regia Luchino Visconti, Boris Christoff quale Filippo II e Jon Vickers nel ruolo del titolo.
Nel 1960 all'Opera di Roma, debutta il ruolo del titolo in Don Giovanni di Mozart. Poi sarà ancora al Covent Garden per Macbeth con Amy Shuard nel ruolo della Lady, vi ritornerà altre volte sia per opere di repertorio ma anche in Le nozze di Figaro e Don Giovanni diretto da Josef Krips.
Partecipa a tournée in Sud america, nei Teatri di Rio de Janeiro, São Paulo e Montevideo.
Nel 1965 appare ancora al Covent Garden di Londra, Il tabarro e in Gianni Schicchi, e come regista Simon Boccanegra.
Sono questi gli anni che lo vedranno presente a Parigi, Montreal Otello (con Tebaldi Del Monaco), Il Cairo, Melbourne (1968/69), Copenaghen, Berlino, Monte Carlo, Edimburgo (Gianni Schicchi), Monaco (Fedora), Johannesburg, Cardiff (Falstaff), Bucarest (1973/74), nel 1974 a Londra è nominato accademico della Royal Academy of Music.
Abbandonate le scene si dedica all'insegnamento e alla regia, tuttavia nel 1978 canta ancora nell'atto unico L’Oracolo di Franco Leoni.
Nella sua incredibile carriera Tito Gobbi ha trovato anche il tempo per girare più di venti film.
Tito Gobbi si spegne a Roma il 5 marzo 1984.
Lascia ai posteri un’incredibile carriera con un innumerevole numero di ruoli interpretati, tra i quali spiccano circa 900 ruoli di Scarpia, 400 di Rigoletto e 400 di Jago.
Lascia una vastissima discografia che inizia nel 1942 con alcune incisioni a 78 giri (circa una trentina) seguita poi da quella ufficiale molto vasta in LP e CD (L'album Tosca, con Maria Callas, Giuseppe Di Stefano e la direzione di Victor De Sabata per la Columbia/EMI del 1953 è stato premiato con il Grammy Hall of Fame Award 1987). La discografia ufficiale è inoltre affiancata da numerosissime registrazioni live sempre ricercatissime dagli appassionati.
Nel 2013 e nel 2015 l'Associazione Musicale Tito Gobbi, sotto l'egida della figlia Cecilia, ha pubblicato un DVD due produzioni storiche di inestimabile valore: Otello (Venezia, Cortile del Palazzo Ducale, 1966 e Il Tabarro proveniente dagli archivi della BBC Inglese.
Tito Gobbi ha scritto anche due libri. Nel 1979 la sua autobiografia, My life, pubblicata a Londra e poi tradotta in italiano (La mia vita, Rusconi editore, Milano 1985) e nel 1984 “Tito Gobbi on his world of Italian Opera” pubblicato in lingua inglese.
© Pietro Sandro Beato 2016