Nata a Genova il 14 agosto 1880
Morta a Civitanova Marche il 19 luglio 1969
Francisca Solari nasce a Genova il 14 agosto 1880, da Luigi e Anna Dagnino.
Francisca usava anticipare di un giorno la sua data di nascita, infatti, quasi tutti i lessici, indicano come data di nascita il giorno 13 agosto del 1880. Il fatto si evince dalla superstizione legata al numero 13, che Francisca considerava un portafortuna, essendo lei la tredicesima figlia. È sempre stata molto legata a una delle tre sorelle, Colomba e alla madre, che la seguiva sempre in teatro facendole contemporaneamente da agente.
Altro fondamentale aspetto nell'educazione della giovane Francisca fu la presenza di Luigi Arnaldo Vassallo, meglio conosciuto come Gandolin, celebre giornalista e caricaturista de “Il Caffaro” di Genova inventore della famiglia De Tappetti da cui emerge la figura di Policarpo, capofamiglia ed eroe piccolo borghese dell'Italia umbertina.
Come tanti altri bambini Francisca canta nel coro della chiesa locale. Crescendo riceve una buona educazione scolastica frequentando l'istituto magistrale. Accanita lettrice parlava molto bene il francese.
Sarà poi Luigi Arnaldo Vassallo, colpito dalle doti canore della giovane, a intuire le sue possibilità persuadendo i genitori a iscriverla all'Istituto Musicale Nicolò Paganini di Genova (ora Conservatorio). Dopo un primo esame per valutarne l’attitudine al canto, è ammessa a frequentare quella scuola.
Nel 1901 sotto la guida del maestro Giovanni Battista Polleri (1855-1923), aveva già raggiunto un elevato livello di maturità artistica e musicale. Nei quattro anni che seguiranno Francisca, si dedica sempre con più passione allo studio, assiste inoltre, a tutte le opere eseguite presso i teatri Carlo Felice e Politeama di Genova, esercizio questo, che contribuirà ulteriormente alla sua preparazione musicale e artistica. In questo periodo, Francisca avrà modo di farsi sentire pubblicamente in alcuni concerti studenteschi e sempre con il costante incoraggiamento di Luigi Arnaldo Vassallo continuerà gli studi perfezionandosi con il maestro Lucignani.
Il 18 maggio 1905 debutta al Teatro Costanzi di Roma nel ruolo di Amica nell'omonima opera di Pietro Mascagni a fianco di Piero Schiavazzi (Giorgio) e Riccardo Stracciari (Rinaldo), con la direzione dell’autore. Francisca cantò in otto delle dieci recite programmate, nelle altre due recite, andate in scena il 13 e 14 maggio, il ruolo di Amica, era sostenuto dal soprano Amalia Karola. Poi dal 23 maggio canterà in dittico con Amica anche nell'opera Zanetto (Silvia) a fianco di Maria Farneti (Zanetto), questa per tutte le cinque recite, sempre con la direzione dell’autore.
Sarà grazie all'intuizione musicale di Luigi Ansaldo Vassallo e alla lucida sagacia del maestro Mascagni, che Francisca Solari sarà presto l’artista preferita del maestro toscano, diventando una delle più grandi interpreti delle sue opere. Sebbene emerga nei ruoli di Amica, Isabeau e Parisina, Francisca Solari canterà in pratica, quasi tutte le opere del maestro livornese.
In seguito all'ottimo successo del Costanzi, nel settembre dello stesso anno, Francisca riprende il ruolo di Amica al Teatro Nicola Vaccaj di Tolentino (Macerata) a fianco del tenore Remo Sangiorgi (Giorgio) e del baritono Giuseppe Pacini (Rinaldo).
Nel gennaio del 1906 dopo aver approntato in brevissimo tempo il personaggio di Giselda, (I lombardi alla prima crociata) di G. Verdi, debutta il ruolo al Teatro Municipale di Modena, sostenendo con successo diciannove recite a fianco di Ottavio Frosini quale Oronte e con la direzione del maestro Ettore Perosio.
Il 3 aprile 1906 ritorna al Costanzi di Roma quale Freia per otto recite di L’Oro del Reno di R. Wagner, a fianco di Giuseppe Borgatti (Loge), Giuseppe De Luca e Francesco Cigada (Alberico), Vittorio Arimondi (Wotan) Assunta Lugli e Ester Mazzoleni (Frika), direttore Rodolfo Ferrari. Il 14 aprile riprende l’opera Amica con Angelo Marcolin (Giorgio) e Giuseppe De Luca (Rinaldo), direttore Rodolfo Ferrari (5 recite.)
Il 9 giugno riscuote un enorme successo con numerose chiamate al proscenio al Teatro Sociale di Feltre, dove presenta il suo debutto nel ruolo di Amelia in Un ballo in maschera di G. Verdi, con Remo Sangiorgi (Riccardo), Irma Monti-Baldini (Ulrica) e Riccardo Tegani (Renato). Qualche mese dopo è a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, dov'è impegnata in I Lombardi alla prima Crociata e in Un Ballo in maschera. Il 25 ottobre è al Politeama di Palermo per alcune recite di Zanetto musicato dal maestro Pietro Mascagni, seguite il 24 novembre dall'anteprima mondiale di Jery e Betly, di Enrico Romano, con Umberto Macnez (Jery) e la direzione di Giovanni Bossa.
Dopo un breve soggiorno a Pavia nel gennaio 1907, che ha visto il suo debutto come Margherita in Faust di C. Gounod, il 24 aprile è presente al Teatro La Fenice di Venezia ancora nel ruolo di Amica, suoi colleghi di scena erano Giuseppe Agostini (Giorgio), Vincenzo Ardito (Rinaldo), Francesco Fabbri-Boesmi (Camoine), Guglielmina Marchi (Maddalena), direttore Pietro Mascagni (dodici recite straordinarie). Alla rappresentazione dell’11 maggio: Serata di Gala alla presenza del Re d’Italia Vittorio Emanuele III. In occasione di queste recite veneziane il compositore donò a Francisca Solari una sua fotografia con la seguente dedica:
“Alla signorina Francisca Solari, abile e intelligente Amica, in grato ricordo della sua bella esecuzione a La Fenice di Venezia, 1907. Pietro Mascagni”
Ormai il legame artistico tra Mascagni e Francisca Solari era ben consolidato.
Il 12 novembre 1907 Francisca, presenta al Teatro Vittorio Emanuele di Torino, la prima assoluta del dramma lirico in un atto Iglesias di Vittorio Baravalle (1855-1942), su libretto di Enrico Golisciani. Nello stesso teatro nel mese di dicembre sarà anche Manon nell'omonima opera di Jules Massenet, con il tenore Fulgenzio Abela nel ruolo di Des Grieux.
Scelta ancora una volta dal maestro Mascagni, Il 16 e il 18 gennaio 1908, Francisca interpreta il ruolo di Suzel in L'Amico Fritz al Teatro Regio di Parma, con Aristodemo Giorgini (Fritz), Francesco Maria Bonini (David), Maria Vaccari (Beppe) e la direzione dello stesso Mascagni.
Mentre la carriera progrediva, la crescita della sua statura artistica diventa sempre più evidente, confermandola una cantante dalle doti straordinarie in possesso di uno stile dolce e nobile, un'eccellente tecnica e un’ottima musicalità. Nella vita come nel palcoscenico è stata una delle cantanti liriche più eleganti e raffinate del XX secolo. Tutto questo le ha permesso nel corso della sua carriera di passare con grande successo dagli ardenti amori di Tosca e Santuzza alle dolci e ingenue parole di Iris, dalla triste e afflitta figura di Margherita all'impulsiva Minnie, dal carattere ardente di Fedora alla fragilità di Cio-Cio-San, e agli accenti nostalgici di Aida, identificandosi con i suoi ruoli, al punto di diventare una parte integrante e inseparabile del personaggio.
Scorrendo la cronologia della cantante è impossibile non notare che Bellini e Donizetti sono assenti dal suo repertorio. Questi due compositori certamente si trovano al di fuori del suo ambito interpretativo, che è soprattutto basato sui lavori dei compositori della “Giovane Scuola”. Bellini, con le sue creazioni ricche di lirismo e melodia, e il suo stile tipicamente romantico, languido e sensuale e, Donizetti, massimamente melodico, creatore di atmosfere sentimentali, e altri compositori che basavano le loro opere sul virtuosismo da parte dei cantanti, erano lontani dalla vocalità e dalla personalità di Francisca Solari, che era piuttosto figlia del ventesimo secolo e di un tipo di teatro che stava allora nascendo.
Nel febbraio del 1908 presenta al Teatro Fraschini di Pavia, Amica con Gemma Schiavoni, Alfredo Cecchi, Remo Billi e Gino De Vecchi. Il 18 Marzo è al Teatro Sociale di Udine, dove debutta nel ruolo di Margherita in Mefistofele, cantando con Pietro Bollo-Marin (Faust) e Mansueto Gaudio (Mefistofele). Francisca ottiene l’ottima approvazione del pubblico per l’abilità con cui ha approfondito il ruolo della travagliata eroina di Arrigo Boito. Non è certo se il soprano abbia cantato anche nel ruolo di Elena.
L'11 novembre, al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, debutta in un'altra opera di Mascagni, Iris, dando voce al dolce e sfortunato personaggio nel corso di sette spettacoli, tutti esauriti, con Francesco Fazzini (Osaka), Anafesto Rossi (Kyoto) e Italo Picchi (Il cieco), direttore Roberto Moranzoni.
Il 19 dicembre 1908 debutta al Teatro Vittorio Emanuele di Messina il ruolo di Cio-Cio-San in Madama Butterfly di G. Puccini, con Umberto Sacchetti (Pinkerton), Giselda Sabbatini (Suzuki) e Salvatore Aversano (Sharpless), direttore Franco Paolantonio, ottenendo un eccellente successo. Fonti dell’epoca hanno osservato, che alla fine l’entusiasmo del pubblico era palpabile, e quando le luci si sono accese, molte signore e, anche alcuni signori, stavano asciugandosi le lacrime.
Va ricordato, che nella notte del 28 dicembre la città di Messina fu colpita dal terribile terremoto, che sarà considerato uno degli eventi più catastrofici del ventesimo secolo. Metà della popolazione messinese perderà la vita nella catastrofe.
Il 18 febbraio 1909, al Teatro Carlo Felice di Genova, riprende il ruolo di Margherita (Mefistofele), con Pietro Bollo-Marin (Faust) (in seguito Manfredi Polverosi) e Luigi Nicoletti-Korman (Mefistofele), direttore Ettore Panizza.
È questo il periodo in cui Francisca sta sviluppando vocalmente le sue migliori qualità. Tra la fine del 1909 e il dicembre 1910, estende il suo repertorio ad altri ruoli: Erodiade di Jules Massenet (Brescia, Teatro Grande), Loreley e La Wally di Alfredo Catalani (Brescia, Teatro Grande e Torino Politeama Chiarella), La Bohème (Teatro Stabile di Potenza) e Tosca (Politeama Chiarella di Torino), Silvano di Pietro Mascagni (Teatro Apollo a Roma, Cavalleria Rusticana (Politeama Verdi a Cremona) e Jana, “scene sarde in due atti” di Renato Virgilio (Alessandria Teatro Verdi).
Dopo i successi nei teatri d'Italia, nel 1910, iniziano per Francisca quelli sulla scena internazionale. In quest’anno partecipa alla stagione lirica del Teatro Nazionale di Bucarest debuttando il ruolo di Maddalena di Coigny in Andrea Chénier di U. Giordano. Francisca riuscì a farsi ammirare dal pubblico particolarmente nella sua interpretazione dell’aria "La mamma morta" e nel duetto finale “Vicino a te s'acqueta” accanto al tenore Francesco Fazzini (Carlo Gérard era il baritono romano Edoardo Faticanti). Ritornerà nello stesso teatro nel 1914 come interprete dei ruoli di Santuzza (Cavalleria rusticana), Suzel (L’amico Fritz) e Desdemona (Otello) tutte sotto la direzione del maestro Giulio Falconi.
Nel febbraio 1912 affiliata alla “Adolfo Bracale Company” appare in Egitto ad Alessandria e Cairo, qui canta in Madama Butterfly e Tosca con Michele Mulleras nei ruoli di Pinkerton e Mario Cavaradossi e, debutta il ruolo di Minnie in La Fanciulla del West di G. Puccini a fianco del tenore José Garcia (Dick Johnson) e Bartolomeo Dadone (Jack Rance).
In maggio al suo ritorno in Italia, sostiene al Teatro Grande di Brescia, un altro importante debutto, Isabeau di P. Mascagni, con Antonio Saludad (Folco). L’aggiunta al repertorio di quest’opera darà un ulteriore vigore alla sua già fruttuosa carriera. Nel dicembre riprende La Fanciulla del West al Teatro Sociale di Como.
Il 16 gennaio 1913 debutta al Teatro alla Scala di Milano nell'opera di Ermanno Wolf-Ferrari Le donne curiose (Eleonora), con Ines Maria Ferrari (Colombina), Nerina Lollini (Nerina), Pedro Navia (Florindo), Enrico Vannuccini (Pantalone), Marcello Govoni (Arlecchino), Renata Villani (Rosaura), direttore Tullio Serafin.
Nel mese di marzo troviamo Francisca al Teatro Malibran di Venezia, dove si produce in alcune recite di Cavalleria rusticana, con Luigi Marini (Turiddu) e, debutta il ruolo di Carmela nell'opera di Umberto Giordano Mese Mariano.
Dal 26 aprile al 6 maggio 1913, ritorna sul palcoscenico del suo debutto, il Teatro Costanzi a Roma facendosi apprezzare in sei recite di Tosca a fianco di Franco Tumminello (Mario Cavaradossi) e Mimo Zuffo (Il Barone Scarpia), direttore Teofilo De Angelis.
Dopo queste sei recite di Tosca, Francisca Solari si concede alcuni mesi di riposo dovendo nel frattempo studiare un nuovo ruolo: Desdemona (Otello di G. Verdi).
In novembre è Carmela in Mese Mariano al Teatro Dal Verme di Milano.
Debutta il ruolo di Desdemona al Teatro Municipale di Piacenza (18 dicembre) con Italo Righi-Briani (Otello) ed Eugenio Giraldoni (Iago), direttore Ugo Tansini e, il 16 gennaio 1914 interpreta il ruolo del titolo in Loreley di A. Catalani, sempre sotto la direzione di Ugo Tansini.
Nello stesso anno al Teatro Sociale di Como aggiunge al suo repertorio le opere L'Amore dei Tre Re di Italo Montemezzi (Fiora) e Manon Lescaut di G. Puccini (ruolo del titolo), mentre il 17 marzo al Teatro Goldoni di Livorno, convinta e preparata musicalmente dallo stesso Pietro Mascagni, condividendo le ultime otto di diciotto recite, con il soprano Mercedes Aicardi, debutta il ruolo di Parisina Malatesta in Parisina, a fianco del tenore Alessandro Dolci (Ugo d’Este), Attilio Belletti (Nicolò d’Este), Laura Del Lungo (Stella dell’Assassino), con la direzione dell’autore.
Il successo ottenuto fu completo, tanto, che in seguito, Francisca Solari, diventerà l’interprete ideale del ruolo, creando un legame indissolubile tra Lei e Parisina Malatesta, legame, fortunatamente poi immortalato, in una serie di brani tratti dall'opera, incisi dalla Società Italiana di Fonotipia, per volontà di Pietro Mascagni, che volle fermamente Francisca Solari interprete del ruolo di Parisina, a fianco del tenore Alessandro Dolci.
Nel febbraio 1916, al Teatro Politeama di Firenze, dopo aver cantato in Isabeau, debutta nell'opera appena composta dal compositore statunitense Paul Allen L'ultimo dei Mohicani, con Carmelo Alabiso ed Eugenio Giraldoni, direttore Giuseppe Baroni.
Il 26 febbraio, Pietro Mascagni la vuole al Politeama Genovese per interpretare ancora una volta il ruolo di Parisina, a fianco di Ettore Bergamaschi (Ugo d’Este), Anna Gramegna (Stella dell’Assassino), Gaetano Morellato (Nicolò d’Este), direttore lo stesso Mascagni.
Il 24 maggio, su invito dell’autore canta il ruolo di Delia in Goffredo Mameli di Ruggero Leoncavallo, al Politeama Ermete Novelli di Prato, a fianco di Carmelo Alabiso (Goffredo Mameli), Vida Ferluga (Cristina Trivulzio) ed Emilio Bione (Carlo Terzaghi), con la direzione del compositore.
Dal 25 agosto 1917 canta in alcune recite di Tosca a Genova, Politeama Genovese, con Pietro Gubellini (Mario Cavaradossi) e Domenico Viglione-Borghese (Il barone Scarpia).
Il 12 giugno 1919 è Minnie in La fanciulla del West al Teatro Lauro Rossi di Macerata con Gaetano Tommasini (Dick Johnson) e Cesare Formichi (Jack Rance), direttore Luigi Solari.
Nel 1921 Francisca Solari è in Sardegna, dove si esibisce in: Aida, Madama Butterfly e Andrea Chénier.
Il 27 luglio inaugura la prima stagione Lirica allo Sferisterio di Macerata interpretando il ruolo di Aida, nell'omonima opera di Giuseppe Verdi, con Gabriella Galli (Amneris), Alessandro Dolci ed Ettore Bergamaschi (Radamès), Giuseppe Noto (Amonasro), Direttore Silvio Gualandi-Gamberini.
Tra la fine del 1921 e il gennaio 1922 si esibisce al Teatro Carcano di Milano, in Cavalleria rusticana, con Giuseppe Campioni (Turiddu) e, Isabeau, sempre con Giuseppe Campioni questa volta nel ruolo di Folco.
A febbraio, è al Teatro Verdi di Padova in Andrea Chénier con Ettore Bergamaschi nel ruolo del titolo e Umberto Urbano quale Carlo Gérard e, poi in La Bohème (Mimì) con Maurizio Dalumi (Rodolfo) e Gaetano Morellato (Marcello).
A luglio, partecipa al Teatro Persiani di Recanati, a un concerto insieme al tenore Beniamino Gigli e al baritono Giuseppe Noto.
Chiude l’anno cantando il ruolo di Floria Tosca al Teatro Duse di Bologna e nel giorno di Natale, Isabeau, al Teatro dal Verme di Milano a fianco del più famoso Folco dell’epoca: Bernardo de Muro, direttore Federico Del Cupolo.
Il 22 febbraio 1923 torna al Teatro Verdi di Padova per cantare per la prima volta il ruolo di Dea, nel dramma lirico in tre atti L'Uomo che Ride di Arrigo Pedrollo, con la direzione del compositore.
Durante gli ultimi quattro anni della sua carriera scenica, 1923-1926, Francisca Solari, riduce significativamente la sua attività. Il primo settembre 1923 è al Politeama Genovese con Aida a fianco di Adalberto Giovannoni (Radamès) e Giuseppe Noto (Amonasro).
Le sue apparizioni finali si avranno, nel 1923 con dodici recite di Manon Lescaut al Teatro Metastasio di Prato e due di Tosca a Pavia. Nel 1924, tre recite di Tosca al Teatro Sociale di Mantova e sei di La fanciulla del West al Teatro Bellini di Catania. Nel 1925 due recite di Madama Butterfly al Teatro Comunale di Cesena e, il 15 febbraio, quella che fu il suo addio alle scene, un’unica recita di La fanciulla del West al Teatro Petruzzelli di Bari.
Il 2 agosto 1926, sposa a Milano il conte Pier Alberto Conti, un patrizio erede di una delle più facoltose famiglie marchigiane, proprietaria di terreni e palazzi. Pier Alberto Conti fu uno dei promotori della Stagione lirica allo Sferisterio di Macerata. Fra il 1921 e il 1922 vi allestì opere come Aida e La Gioconda, ma le eccessive spese per gli allestimenti dilapidarono gran parte del suo patrimonio, costandogli anche l’ereditato Palazzo Ugolini.
Dopo le nozze Francisca abbandona definitivamente le scene, tuttavia si esibirà ancora anche se raramente solo per beneficenza. Aiuta il marito nelle attività culturali. Pier Alberto Conti sarà anche sindaco di Civitanova Marche Alta dal 1923 al 1938.
Francisca Solari svolse una breve ma intensa carriera dal 1905 al 1926, attraverso un susseguirsi di trionfi nei teatri più importanti d’Italia e d’Europa. Interpretò un vastissimo repertorio, che oltre a comprendere quasi tutte le opere del maestro Pietro Mascagni, abbracciava molti altri ruoli impegnativi della “Giovane Scuola”: Fedora, Madama Butterfly, Jana, Loreley, Andrea Chénier, La bohème, Mefistofele, La Wally, Tosca, La fanciulla del West, Mese Mariano, Manon Lescaut, Goffredo Mameli, L’Amore dei tre Re, L’Uomo che Ride, ma anche ruoli verdiani e di scuola francese, come: I Lombardi alla prima Crociata, Un ballo in maschera, Otello, Aida - Faust, Manon, Hérodiade.
Per affrontare un repertorio come questo, vario per vocalità e interpretazione, era necessario possedere doti canore corredate da rigorosa tecnica e connaturata musicalità, unite a innegabili e peculiari capacità interpretative, che Francisca possedeva e riusciva a trasmettere attraverso i suoi personaggi, facendo di lei, un soprano e un’artista di primissimo piano. Questa straordinaria tecnica unita al superiore temperamento artistico, può farci capire oggi, come Francisca Solari avesse i mezzi per poter facilmente interpretare ruoli come, Amica e subito dopo cantare L'Amico Fritz, oppure passare da personaggi come Loreley e Wally a Manon di Massenet o da Parisina e Isabeau a Desdemona di Giuseppe Verdi.
Francisca Solari muore il 19 luglio 1969 a villa San Michele, Civitanova Marche, dove aveva vissuto per oltre quarant'anni. È sepolta nella cappella di famiglia.
© Pietro Sandro Beato 2018