Livorno il 28 febbraio 1860
Firenze 23 febbraio 1931
Avviato alla carriera diplomatica, la abbandona ben presto per dedicarsi completamente al canto.
Studia canto nella sua città natale con il maestro Matteini, e poi a Milano con il baritono Giuseppe Cima.
Un solo anno di studi a Milano, gli consente di debuttare il 23 gennaio 1890 a Trieste, nel ruolo di Scindia in Il re di Lahore di Jules Massenet.
Il 14 agosto 1890 debutta nella sua città natale nel ruolo di Alfio in Cavalleria rusticana a fianco dei creatori dell’opera, Gemma Bellincioni e Roberto Stagno, con la direzione di Leopoldo Mugnone.
Il 26 dicembre dello stesso anno debutta al Teatro alla Scala di Milano nel ruolo del Re, in Il Cid di Jules Massenet, a fianco di Enrichetta Darclée (Hariclea Darclée), Adelina Stehle e Francesco Navarini.
Pur diventando in seguito un baritono di prima grandezza acclamato in tutto il mondo, nonostante la sua fama, non sarà più invitato a cantare per il Teatro alla Scala.
Molti lessici, indicano erroneamente Mario Ancona, come primo interprete del ruolo di Silvio in Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (Milano Teatro Dal Verme 21 maggio 1892), ma non fu così. Mario Ancona, causa improvvisa indisposizione, non partecipò a quella prima assoluta, ne fa fede un articolo apparso a pagina due della “Rivista Teatrale Melodrammatica” (n. 1336 del 23 maggio 1892), che in occasione della prima assoluta ha pubblicato una recensione sull'opera. Qui sotto pubblichiamo lo stralcio conclusivo dell'articolo, dove tra l'altro, il cronista scrive:
“... Il baritono Roussel, i di cui mezzi sono simpatici, canta bene e completa l’insieme di cui il maestro [Arturo Toscanini, n.d.r.] può chiamarsi fortunato...”
Quindi, accertato, che il baritono titolare del ruolo di Tonio era Victor Maurel, Mario Roussel (1), altri non poteva essere che Silvio.
Dopo aver partecipato a una stagione rovinosamente allestita, da chi ne aveva la gestione al New Olympic Theatre di Londra, Mario Ancona il 19 maggio 1893, debutta alla Royal Opera House Covent Garden, come Tonio in Pagliacci con Fernando De Lucia e Nellie Melba nei ruoli di Canio e Nedda, ottenendo un immediato caloroso successo. In questo teatro, dove fu sempre tenuto in grande considerazione, Mario Ancona vi canterà per ben diciassette stagioni cantando tra l’altro in L’Amico Fritz, Lohengrin, Cavalleria rusticana, Tannhäuser, Gli Ugonotti, Il barbiere di Siviglia, La traviata, ecc., in varie occasioni a fianco di Fernando De Lucia, Nellie Melba e Adelina Patti.
L’11 dicembre 1893 debutta al Teatro Metropolitan di New York come Tonio in Pagliacci, ancora a fianco di De Lucia e della Melba e con la direzione di Luigi Mancinelli.
Mario Ancona canterà per il Metropolitan, sia a New York, sia in tournée, fino al giugno del 1897 in 183 recite di, Lohengrin (in italiano, Telramondo), Gli Ugonotti (Il Conte di Nevers), Rigoletto, Carmen (Escamillo), L’Amico Fritz (David), Tannhäuser (in italiano, Wolfram), Le nozze di Figaro (Figaro), Cavalleria rusticana (Alfio), Faust (Valentin), Guglielmo Tell (ruolo del titolo), Aida (Amonasro), Manon (Lescaut), L’Africana (Nelusco), La favorita (Alfonso), La traviata (Giorgio Germont), Les Pêcheurs de Perles (Zurga).
A fianco dei più grandi interpreti del suo tempo, tra i quali sono qui ricordati i più importanti: Francesco Viñas, Lillian Nordica, Pol Plançon, Jean de Reszke, Edouard de Reszke, Emma Calvé, Fernando De Lucia, Nellie Melba, Sigrid Arnoldson, Emma Eames, Francesco Tamagno, Sibyl Sanderson, Eugenia Mantelli, Giuseppe Cremonini, Giuseppe Russitano, Félia Litvinne.
Nel 1894 si presenta ancora al Covent Garden di Londra in Aida (Amonasro), e in I Maestri Cantori, nel ruolo di Hans Sachs in una versione in lingua italiana dell’opera, con Jean De Reszke, Pol Plançon ed Emma Eames. Vi ritorna nel 1897 e nel 1899, in occasione delle prime recite a Londra di La bohème con Nellie Melba, Fernando De Lucia e Marcel Journet, poi ancora nel 1901 e nel 1904 quando cantò nel ruolo del Barone Scarpia (Tosca) per la sua l’ultima volta al Covent Garden. Tuttavia, sarà ancora presente a Londra l’anno successivo al Waldorf Theatre con Pagliacci e Il barbiere di Siviglia, ancora una volta a fianco di Fernando De Lucia.
Negli anni successivi, tornerà a Londra frequentemente, spesso invitato dalla famiglia reale, per esibirsi in concerti privati.
Mario Ancona ha avuto modo di esibirsi anche in molti altri teatri internazionali, tra i quali ricordiamo, Il Teatro São Carlos di Lisbona, dove vi ritornò per diverse stagioni, cantando tra l’altro in Otello, Andrea Chénier, Werther (Albert), Don Carlo (Posa), Buenos Aires, Mexico city e altre varie città del Sud America, Varsavia (Pagliacci e Tosca con Gemma Bellincioni), Mosca, San Pietroburgo, Barcellona (1904 e 1912), Madrid (1904 e 1905), Odessa, Il Cairo (Don Carlo e Falstaff nel 1911), Parigi, Montecarlo, Boston (I gioielli della Madonna di E. Wolf-Ferrari, L’amore dei tre Re di Italo Montemezzi, Madama Butterfly) , Chicago.
Il 3 dicembre 1906 canta nel ruolo di Lord Enrico Ashton in I Puritani di Vincenzo Bellini a fianco di Alessandro Bonci e Regina Pinkerton, per l’inaugurazione del Manhattan Opera House di New York, creatura dell’ impresario Oscar Hammerstein, teatro che per qualche tempo creerà notevoli preoccupazioni al più aristocratico Metropolitan. in questa stagione all'Opera di Manhattan, Mario Ancona canterà in 11 opere e nella successiva in 32 tra cui La Gioconda con Lilian Nordica, Giovanni Zenatello, Eleonora De Cisneros e Adamo Didur (4.11.1907).
In Italia possiamo trovarlo, tra l'altro, al Teatro Massimo di Palermo come Scindia in Il Re di Lahore di Massenet (15.3.1898), al Teatro Costanzi di Roma Wolfram in Tannhäuser (9.4.1900).
Canta per tre stagioni al Teatro di San Carlo a Napoli: nel 1901 Lohengrin con Francisco Viñas, Ernani con Maria De Macchi e in Il barbiere di Siviglia. Nella Stagione 1905/06 riprende Il barbiere di Siviglia (in alternanza con Mattia Battistini), poi Rigoletto, Pagliacci, Cavalleria rusticana e Otello, in quest'ultimo con Antonio Paoli e Maria Farneti. Vi ritorna nel 1908/09 con Aida, Gloria di Francesco Cilea con Emma Carelli e Amedeo Bassi, Guglielmo Ratcliff con Mario Gilion, e La traviata con Gemma Bellincioni e John McCormack.
Nel 1910 canta a Firenze in Tannhäuser (Wolfram), Teatro della Pergola e, nel 1913 Otello e Lohengrin al Politeama Fiorentino.
Le sue ultime apparizioni teatrali ebbero luogo all’Opera di Chicago nella stagione 1915/16. Aperta il 19 novembre 1915 con La Gioconda di Amilcare Ponchielli, Mario Ancona interpretava il ruolo di Barnaba, mentre i suoi compagni di scena erano, Amedeo Bassi, Emmy Destinn, Eleonora De Cisneros e Vittorio Arimondi, dirigeva Cleofonte Campanini.
In questa stagione Mario Ancona canterà tra l’altro, anche in La bohème di Puccini a fianco di Nellie Melba e Amedeo Bassi, Don Giovanni (ruolo del titolo) con John McCormack e Marcel Journet (Leporello).
La stagione si chiuderà il 22 gennaio 1916 con I gioielli della Madonna di Ermanno Wolf-Ferrari, dove Mario Ancona interpreta il ruolo di Rafaele a fianco di Marie-Louise Edvina (Maliella).
Questa fu anche l’ultima recita della sua carriera.
Artista in possesso di straordinaria saldezza tecnica, che gli permise la più assoluta padronanza vocale, sfoggiava una voce dotata di un timbro privilegiato per bellezza ed espressività, provvista di una nobile linea vocale e di un suono sempre omogeneo, levigatissimo, di grande qualità timbrica. Interprete privo di eccessi e dal grande gusto interpretativo, fu inoltre artista raffinato, scenicamente molto ammirato per il suo elegante portamento. Pregi tutti, che gli permetteranno di addentrarsi e superare le molte difficoltà di un repertorio variegato e vastissimo.
Visse tranquillamente gli ultimi anni della sua vita a Firenze, dove si dedicò all'insegnamento.
Muore a Firenze il 23 febbraio del 1931.
Tra il 1897 e il 1908 incise una settantina tra cilindri e facciate di dischi a 78 giri, che pur appartenendo alla preistoria del disco, danno un’onesta visione della sua voce.
Per esaminare la produzione dei dischi e cilindri di Mario Ancona, portarsi alla sezione "Discografia"
(1) = Mario Roussel inizialmente tenore, passò solo in seguito alla corda baritonale. Di Roussel tenore, si trovano alcune sue apparizioni in Otello a Foggia, Sansone e Dalila all’Adriano di Roma, Sigmondo in La Walkiria al Teatro alla Scala di Milano, a fianco di Fausta Labia (Siglinda), Amelia Pinto (Brunilde) e Antonio Magini-Coletti (Wotan) con la direzione di Arturo Toscanini.
Una volta fatto il "passaggio" da tenore a baritono, Mario Roussel, ebbe modo di distinguersi in ruoli del grande repertorio come Marcello (Bohème), Gérmont (Traviata), Don Carlo (Ernani), Nevers (Gli Ugonotti), Renato (Un ballo in maschera), Il Conte di Luna (Il trovatore), Amonasro (Aida), ecc.
© Pietro Sandro Beato - 2019