Nato a Annico (Cremona) 12 luglio 1892.
Morto Milano 3 gennaio 1965.
Figlio di Alessandro, artigiano cestaio, e di Marta Milanesi, non ebbe modo di ricevere un’istruzione scolastica adeguata dovendo trascorrere la giovinezza lavorando nei campi.
Frequenta la chiesa, luogo in cui applicandosi nel canto, scoprì le sue qualità vocali.
Giunto in età, svolge il servizio militare a Roma come soldato del genio, dove rimase in servizio per tutta la durata della Prima guerra mondiale. Partecipa a un concorso per entrare al conservatorio di Santa Cecilia. Fu uno dei cinque vincitori su sessanta concorrenti. Entra a far parte della classe di canto dell’insigne baritono e didatta Antonio Cotogni depositario della scuola vocale ottocentesca, i suoi insegnamenti furono determinanti per far acquisire al Basiola una solida tecnica, che agli albori dell’epoca verista, renderà possibile al baritono di Annico poterla affrontare con la correttezza stilistica della vecchia scuola italiana.
In uno dei suoi saggi al Conservatorio di Santa Cecilia nel giugno del 1914 canta a fianco del tenore Giacomo Lauri Volpi, e il 30 maggio 1918, sempre sotto la vigile presenza di Cotogni, canta al Politeama di Frascati, in uno spettacolo di beneficenza pro-prigionieri di guerra.
Il 20 giugno 1918 debutta come Giorgio Germont in La traviata di G. Verdi al teatro Morgana di Roma, seguiranno Pagliacci e in novembre, Il barbiere di Siviglia (Figaro).
Il 15 ottobre dello stesso anno, muore l’amato maestro Antonio Cotogni. Rimasto senza la preziosa guida, Mario Basiola si affida a un nuovo insegnate, trasferitosi a Torino frequenterà la scuola del baritono Giacomo Arturo Pessina.
Nel marzo del 1919 al teatro Traiano di Civitavecchia, Mario Basiola incontra per la prima volta il personaggio di Rigoletto, compagni di scena saranno Elda Di Veroli (Gilda) e Umberto Scafati (Il duca) mentre a maggio, a Orvieto e a Viterbo, sarà Alfonso XI in La favorita di G. Donizetti.
Nell’aprile del 1920 è al teatro Politeama di Terni quale Gérard in Andrea Chénier di U. Giordano; Don Pasquale di Donizetti; Cavalleria rusticana di Mascagni, poi al teatro Giacosa di Napoli. Nel febbraio 1921 debutta a Civitavecchia il ruolo di Loris in Fedora di Giordano e quello di Edgardo in Lucia di Lammermoor di Donizetti, poi a Udine in agosto è Vincenzo Gellner in La Wally di A. Catalani e in settembre al teatro Balbo di Torino debutta il ruolo di Riccardo in Un ballo in maschera di G. Verdi, seguiranno Faust di C. Gounod ed Ernani di G. Verdi al teatro Chiabrera di Savona. Il 15 agosto del 1922 si produce al Politeama di Genova quale Figaro in Il barbiere di Siviglia con Nino Ederle (Almaviva) e Ada Lavezzari (Rosina).
La bella voce molto avanti dal timbro pastoso e ricco di armonici, la naturalezza del fraseggio, l’omogeneità dei registri e soprattutto il legato straordinario sostenuto da un uso magistrale dei fiati, uniti ad una estrema cura nel trucco e nell’abito di scena, fanno sì che l’allora sterminato mondo del melodramma si accorgesse presto di lui.
Ormai affermatosi canta nei maggiori teatri italiani a fianco dei divi dell’epoca. Il 15 marzo 1922 è presente al teatro Massimo Bellini di Catania quale Germont padre in La traviata a fianco di Ayres Borghi-Zerni e Giuseppe Taccani e il 27 aprile al Massimo di Palermo è Figaro in Il barbiere di Siviglia con Toti Dal Monte quale Rosina, ruolo ripreso, sempre con Toti Dal Monte anche in altre città siciliane: Catania (Teatro Gangi, 27.5), Acireale (teatro Comunale, 29.5), Siracusa (teatro Comunale, 31.5). Nello stesso anno canta a fianco di Elvira De Hidalgo in La traviata al teatro Petruzzelli di Bari.
Nel 1923 varca l’oceano e si presenta negli Stati Uniti con la Compagnia “San Carlo Opera Company” debuttando il 3 ottobre al Century Theater di New York come Amonasro in Aida e Jago in Otello di G. Verdi.
Nel 1924 lo troviamo a Chicago nella stagione estiva del Ravinia Park, dove tra giugno e agosto canta in quattro opere a fianco di Giacomo Lauri Volpi: 24 giugno, Lucia di Lammermoor con Graciela Pareto; 6 luglio in Carmen (Escamillo); 17 agosto in Aida (Amonasro) con Florence Easton; 19 agosto Rigoletto con Graciela Pareto.
Il 25 novembre 1925 debutta al teatro Metropolitan di New York come Amonasro in Aida a fianco di Giovanni Martinelli e Elisabeth Rethberg con la direzione di Tullio Serafin.
Mario Basiola accorderà la sua arte alla compagnia del Metropolitan dal 25 novembre 1925 fino al 27 aprile 1932, presentandosi in 213 recite di: Madama Butterfly, Il trovatore, Cavalleria rusticana, Faust, Aida, La Gioconda, Rigoletto, I gioielli della Madonna (di Wolf-Ferrari), Pagliacci, La Vestale, Andrea Chénier, Lucia di Lammermoor, Il barbiere di Siviglia, La traviata, La forza del destino, Turandot (Ping), Carmen, L’Africana, Ernani, Fra Gherardo (di I. Pizzetti), La bohème, La campana sommersa (di O. Respighi), Manon, Sadko, Les Contes d’Hoffmann, L’Elisir d’amore, Le preziose ridicole (di F. Lattuada), La notte di Zoraima (di I. Montemezzi), a fianco di artisti come: Beniamino Gigli, Rosa Ponselle, Maria Jeritza, Frances Alda, Feodor Chaliapin, Giacomo Lauri Volpi, Lucrezia Bori, Lawrence Tibbett, Ezio Pinza, Mario Chamlee, Giovanni Martinelli, Amelita Galli Curci, Margarete Matzenauer, Frederick Jagel, Florence Easton, Edward Johnson, Maria Müller, Tancredi Pasero, Grace Moore, Armand Tokatyan, Lilly Pons, etc. e dei maestri: Tullio Serafin, Louis Hasselmans, Giuseppe Sturani, Wilfred Pelletier, Vincenzo Bellezza, Giuseppe Bamboschek, Gennaro Papi, etc.
Sarà presente, inoltre, in 59 tra concerti e gala.
Il 12 luglio 1927 si sposa con il soprano Caterina Gobbi di Rimini, conosciuta in Romagna e ritrovata in Canada all'insegna della Forza del destino. Dal loro matrimonio nasceranno due figli Marta (1928) e Mario (1931) quest’ultimo tenuto a battesimo dal direttore Tullio Serafin, svolgerà in seguito una brillante carriera di baritono.
Rientrato in Italia dopo tanti anni di successo a New York, decide di farsi costruire ad Annico, suo paese natale, una villa che riproduce in miniatura le sembianze del teatro Metropolitan. Oggi villa Basiola ad Annico è la prestigiosa sede di manifestazioni culturali e musicali.
Continua anche in patria a raccogliere ovunque grandi successi. Il 4 febbraio 1933 è al Carlo Felice di Genova quale Nelusko in L’Africana di G. Meyerbeer a fianco di Giannina Arangi-Lombardi e ai tenori Beniamino Gigli e Hipólito Lázaro che si alternavano nel ruolo di Vasco de Gama, direttore Gaetano Bavagnoli.
L’8 marzo debutta al Teatro Reale dell’Opera di Roma con l’opera La forza del destino a fianco di Claudia Muzio, Francesco Merli, Giacomo Vaghi, direttore Gino Marinuzzi. Qui canterà in molte altre produzioni, tra le quali ricorderemo: Il Pirata con Iva Pacetti e Beniamino Gigli, La traviata con Claudia Muzio, Otello con Francesco Merli e Claudia Muzio, Rigoletto con Toti dal Monte e Beniamino Gigli, Tosca con Rosetta Pampanini e Giuseppe Lugo, Un ballo in maschera con Beniamino Gigli e Gina Cigna.
Il 25 maggio 1933 partecipa al Primo Maggio Musicale Fiorentino quale Riccardo in I Puritani a fianco di Mercedes Capsir e Giacomo Lauri Volpi con la direzione di Tullio Serafin.
L’8 febbraio del 1934 debutta al teatro di San Carlo di Napoli con Rigoletto. Tra il 1923 e il 1948 si esibisce spesso al teatro Regio di Parma, lo ricorderemo qui in La traviata con Iva Pacetti (28.12.1932), La Gioconda ancora con Iva Pacetti (26.1.1933), Rigoletto con Mario Filippeschi (22.1.1938), Tosca con Maria Caniglia e Francesco Merli (17.12.1941).
Alla Scala di Milano non è molto presente, tuttavia canta il ruolo del barone di Valderburgo nella Straniera di Vincenzo Bellini in occasione del centenario belliniano a fianco di Gina Cigna e Francesco Merli. Qui canterà anche in La Gioconda, Andrea Chénier con Beniamino Gigli e Rosetta Pampanini, Linda di Chamounix con Toti dal Monte e Giovanni Malipiero, Rigoletto ancora con Malipiero e Lina Pagliughi, L’Arlesiana con Tito Schipa e Margherita Carosio.
Nel 1934 festeggia il centenario di Amilcare Ponchielli esibendosi a Cremona in Il figliol Prodigo.
Il 10 dicembre 1936 al teatro Comunale di Bologna crea il ruolo di Brandino nella prima assoluta dell’opera Imelda di Adolfo Gandino con Iva Pacetti nel ruolo del titolo, Paolo Civil (Fazio), Tancredi Pasero (Rolandino), direttore Giuseppe Del Campo.
Canta al Covent Garden di Londra (Tosca, Trovatore, Traviata) con Beniamino Gigli e Jussi Björling, a Barcellona, Berlino, in Belgio e in Egitto. È spesso protagonista nelle opere trasmesse dell’EIAR (odierna RAI). L’Arlesiana (1934), Don Carlo (1934), I Puritani (1935), Il barbiere di Siviglia (1937), Don Carlo (1937), Il Pirata e Edipo Re (1939), Il barbiere di Siviglia (1942), La Gioconda (1942).
Nel luglio del 1948 partecipa ad una lunga tournée in Australia con una compagnia di scarso livello, dove Basiola era l’unica vera attrattiva. Deluso da questa nuova esperienza torna in Italia e con la moglie Caterina intraprende a Milano una nuova avventura: l’insegnamento di canto, oltre a quella del figlio Mario contribuirà a formare le voci dei baritoni Gian Giacomo Guelfi e Mario Sereni.
Canta sempre più raramente in pubblico, nel 1951 si esibisce in La Gioconda a Cremona che verosimilmente fu anche la sua ultima importante esibizione.
Colpito dal morbo di Parkinson che lo farà soffrire per una decina d'anni, Mario Basiola si spegne ad Annico il 3 gennaio 1965.
Il suo lascito discografico si compone di due opere complete registrate in studio:
PAGLIACCI con Beniamino Gigli, Iva Pacetti, Leone Paci, Giuseppe Nessi, Direttore Franco Ghione. EMI 1934.
MADAMA BUTTERFLY con Toti Dal Monte, Beniamino Gigli, Vittoria Palombini, direttore Oliviero De Fabritiis - EMI 1939
Più alcune incisioni dal vivo:
LA GIOCONDA (selez.), con Gina Cigna, Beniamino Gigli, Gianna Pederzini, Tancredi Pasero, dir. Tullio Serafin Cremona 1934 ed. Timaclub
LA TRAVIATA, con Maria Caniglia, Beniamino Gigli, dir. Vittorio Gui - Londra 1939 ed. Arkadia/Eklipse
IL TROVATORE, con Jussi Björling, Gina Cigna, Gertrud Wettergren, Corrado Zambelli, dir. Vittorio Gui - Londra 1939 ed. GOP/Cantus Classic.
Lascia inoltre alcuni dischi a 78 giri incisi per la "Edison" nel 1928 negli Stati Uniti e alcuni HMV e Columbia incisia Milano tra il 1934 e il 1939.
© Pietro Sandro Beato - 2021